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Chi può metta chi non può prenda, ecco il cuore grande degli italiani

Gli oltre 40 giorni di quarantena, trascorsi tra alti e bassi, tra voglia di evasione e godimento della famiglia, tra desiderio di passeggiate in città mai così potenti nella loro bellezza solitaria e angoscia per la pandemia, hanno evidenziato una volta di più lo slancio generoso degli italiani. Non parlo solo della partecipazione alle raccolte fondi di Croce Rossa e Protezione Civile che subito sono partite all’inizio dell’emergenza, ma della rete di prossimità che si è messa in modo spontaneamente, nei piccoli e nei grandi centri. Un fantastico network di solidarietà, una vera e propria catena umana di aiuti, uno dei lasciti più preziosi di questo periodo. 
Tante città hanno attivatio iniziative, anche nei singoli municipi, quartieri, strade, anche con la Caritas in prima fila ma quello che colpisce sono le iniziative nate dal basso. Si va dai condomini solidali dove si porta la spesa agli anziani che non posso uscire, si va in farmacia per loro epersino alla posta con quelle file lunghissime scoraggianti , e poi ovunque i carrelli virtuali dei pacchi spesa sospesi​, agli aiuti a distanza per i compiti dei bambini, le favole raccontate al telefono. Al negozio sotto casa hanno messo un banchetto dove lasciare qualcosa per qualcuno in difficoltà che magari abita proprio nell’altro lato della strada. Persino le scuole quelle ‘aperte’ con associazioni genitori e cortili da vivere dopo scuola, sono chiuse per il lockdown ma attivissime negli aiuti: il ‘Chi può metta, chi non può prenda’ visto ad esempio al cancello della scuola Garibaldi di Roma, è una di quelle frasi del mutualismo civico che sono una iniezione di energia positiva, niente a che vedere con il disinfettante promosso da Trump.
La mappa dei Condomini Virali, la pagina di Comune info, ha una funzione salutare sul coronablues: distanti ma vicini. La community Nextdoor racconta di un crescente trend solidale, con un aumento nell’ultimo mese della parola “aiuto” (con le sue accezioni, come “cercasi aiuto” “offresi aiuto” etc.) di 30 volte tanto rispetto al mese precedente. Sono persone che si mettono a disposizione per controllare regolarmente, anche tramite telefonate, lo stato di salute dei più anziani o di chi si trova in condizioni mediche non ottimali o per offrire supporto a chi si sente solo; persone che si offrono per andare al supermercato, in farmacia o per svolgere commissioni per conto di chi è costretto in casa e si rendono disponibili a consegnare spesa, o altro, in totale sicurezza.
Impossibile dare conto di tutto quello che di bello sta accadendo ad esempio a Roma (ma è solo un esempio perchè accade lo stesso in tutte le città) cito qui tra i tantissimi l’associazione Nonna Roma, presieduta da Alberto Campailla. Esiste da tempo nella periferia est di Roma, sostiene persone in condizione di povertà economica che spesso diventa marginalità sociale. Nello stanzone seminterrato di Via Prenestina 286 da un mese c’è una super attività perchè le circa 100 famiglie che venivano aiutate prima si sono tristemente moltiplicate ma con questo anche la generosità di chi si mette a disposizione per preparare e consegnare i pacchi di cibo e sia chi dona Pasta, riso, fagioli, passata di pomodoro, biscotti, latte. I racconti di Nonna Roma sono commoventi: questo banco del mutuo soccorso nell’ultimo fine settimana di aprile ha distribuito 1.096 pacchi, per 2.718 famiglie e quindi quasi 10.000 le persone a cui sono arrivati gli aiuti. mamme sole in difficoltà con tanti figli e niente da mettere a tavola ricevono il pacco e ringraziano piangendo.
Infine un’altra, tra le tante iniziative, parte da Roma ma attraverso i social si è diffusa in tutta italia. Abbiamo detto all’inizio della pandemia che non potendo uscire di casa ricevere una telefonata vale come un abbraccio. Questo si è trasformata in una iniziativa vera e prorpia L’idea è venuta a Valentina Salerno pensando agli anziani soli. si tratta di dare loro ‘assistenza emotiva‘. Significa che gli anziani, non solo quelli del rione esquilino in cui è nata ma di tutta italia ricevono ogni giorno un telefonata, sempre da uno stesso volontario. Si sentono ogni giorno, si chiamano solo per nome e si chiacchiera un po’, si raccontano la giornata, il passato, gli affetti. “Abbiamo storie commoventi e non solo da chi riceve le telefonate, il destinatario, ma anche e soprattutto dai volontari: mi sembra di parlare con il nonno che non ho più, il padre che ho perduto di recente, ci dicono. Un’onda di empatia bellissima“, dice Valentina Salerno . Ad oggi sono stati fatti 60 ‘accoppiamenti’ di persone che si sentono ogni giorno. C’è un numero unico per Una chiamata un sorriso e poi gli organizzatori filtrano le richieste, verificando identità e dando priorità ovviamente alla sicurezza degli incontri virtuali.
Ci sono molti modi per aiutare gli altri in questa emergenza, è un momento drammatico per tutti che ci da però l’opportunità di riscoprirci più umani, di renderci utili per come possiamo, di sentirci connessi anche a distanza , nelle piccole cose che spesso racchiudono le grandi.

Fonte: Ansa

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