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Cultura Italiae al governo, non fermare lo spettacolo

(ANSA) – ROMA, 25 OTT – “È soprattutto per l’importanza di
non privare l’Italia del proprio immaginario collettivo che vi
chiediamo di mantenere indistintamente tutti i luoghi della
cultura aperti! Siamo importanti per la società civile perchè vi
supportiamo nel vostro difficile compito istituzionale a
mantenere elevato lo spirito dei cittadini, nella piena
consapevolezza delle sofferenze che stanno incontrando a livello
personale, familiare e professionale. È soprattutto in questa
seconda ondata che ne avremmo più bisogno”. E’ quanto si legge
in una lettera appello, sottoscritta da numerosi artisti ed
esponenti del mondo dello spettacolo, e indirizzata al premier
Giuseppe Conte e al ministro Dario Franceschini, scritta da
Angelo Argento, presidente della Associazione Cultura Italiae, a
nome di tutti i comparti e i generi dello Spettacolo dal vivo,
dei Produttori Cinematografici, degli Artisti, degli Esercenti,
delle Gallerie d’Arte, dei Musei, delle Sale da Concerto.
    “I lavoratori dello spettacolo dal vivo – si legge nella
lettera – hanno messo il loro straordinario e personale impegno
per riaprire Teatri e Cinema nel pieno rispetto dei protocolli
per la tutela della salute. Essi sono luoghi sicuri dove il
pubblico è seduto con mascherina e non parla durante la
rappresentazione. L’uscita e l’entrata sono regolati e
rispettano il distanziamento. Questi luoghi rappresentano oggi
un esempio virtuoso di gestione degli spazi pubblici in epoca di
pandemia”.
    “Per quanto concerne i teatri – si legge ancora – abbiamo
riavviato l’attività di produzione degli spettacoli sospesi,
investendo pertanto nuovamente per il loro riallestimento.
    Peraltro tutti i voucher emessi acquisiti per gli spettacoli se
fossero annullati dovrebbero essere riemessi nuovamente per non
gravare sulle casse dei teatri. Abbiamo riprogrammato tournée,
concerti, uscite cinematografiche assumendoci enormi rischi,
investendo e scommettendo quindi anche sul futuro, malgrado lo
stato di incertezza dominante. Abbiamo fatto rientrare tutti i
dipendenti dalla Cig, garantendo loro non solo la giusta
retribuzione ma soprattutto la dignità del lavoro”. (ANSA).
   

Fonte: Ansa

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