Felicità, le parole per dirlo e ricordare in quanti modi è possibile essere felici
La felicità è un concetto astratto, soggettivo e spesso difficile da comunicare. È proprio per questo che in ogni lingua è possibile trovare parole ed espressioni uniche, spesso cariche di connotazioni culturali che conferiscono diverse sfumature a questo stato d’animo. In questo periodo in cui tutte le persone si sono trovate a confrontarsi con una situazione insolita e complicata, l’app Babbel, ha creato un glossario dei termini usati nel mondo per esprimere benessere e per proiettare nella ripartenza, così da ricordare in quanti modi è possibile essere felici.
Ikigai La prima parola è di origine giapponese e si potrebbe tradurre come “ragion d’essere”. È composta da due parole: “iki”, che significa vita e “gai”, che si rifà ai concetti del valore e del merito. La filosofia dell’Ikigai pone al centro della felicità la riscoperta dei piccoli piaceri della nostra vita quotidiana; Ikigai significa allontanarsi dai condizionamenti sociali per investire le proprie energie in ciò che ha davvero valore e significato; un’interpretazione quanto mai attuale in questo periodo storico.
Hygge è un concetto centrale nella cultura danese. Letteralmente si potrebbe tradurre come “calore” o “intimità”, ma più che uno stato emozionale l’hygge rappresenta un momento. Ognuno può vivere il proprio hygge diversamente, che si tratti di prendere una birra con gli amici di sempre o di rilassarsi sul divano con la propria dolce metà. Tutto può essere hygge, a patto di includere tre elementi centrali: il senso di sicurezza, la vicinanza delle persone per noi importanti e la convivialità.
Lagom Un invito ad accontentarsi “del giusto” viene invece dalla Svezia. Come nei casi precedenti, anche Lagom è un termine che racchiude una vera e propria filosofia di vita e che invita le persone alla moderazione e alla ricerca del proprio equilibrio. Il Lagom lascia ad ognuno piena libertà nella valutazione delle proprie necessità, con l’unica raccomandazione di non esagerare in nessun aspetto della vita. Un approccio che si riflette anche in maniera evidente nel design delle case svedesi, caratterizzate da un certo minimalismo, linee essenziali e praticità.
Koselig Le rigide temperature esterne sembrano invece aver spinto i norvegesi a ricercare dentro di sé il calore con cui accendere le proprie giornate. Un po’ come per il danese hygge, anche l’interpretazione del koselig è del tutto soggettiva e si focalizza sull’apprezzare ogni istante della vita. I norvegesi definiscono koseling, che letteralmente significa “accogliente”, tutto ciò che proietta in un’atmosfera calda e confortante. Un quadro pieno di colori caldi o una giornata di pioggia passata sotto le coperte sono alcune delle circostanze che in Norvegia si meriterebbero l’etichetta di koselig.
Gezelligheid Per certi aspetti è forse inaspettata la formula olandese della felicità, incarnata nella filosofia del gezelligheid. In italiano si potrebbe tradurre come “accogliente”, ma anche in questo caso la traduzione non trasmette la forza di una teoria del benessere basata sulla convivialità e su un approccio rilassato alla vita. Gezelligheid significa allontanarsi da ansia e depressione condividendo momenti spensierati con le persone che amiamo. Un concetto molto simile è racchiuso nella parola tedesca gemütlichkeit, con cui in Germania si esprime il senso di benessere derivante dalla condivisione dei momenti di gioia.
E in Italia? Non esiste una parola che incarni un’intera filosofia dell’essere felici; l’espressione più comune utilizzata nel Bel Paese è infatti un detto popolare: “felice come una pasqua”. Ma non siamo gli unici ad avere assimilato nel vocabolario espressioni particolari o metafore.. Gli spagnoli, ad esempio, si paragonano alla liquirizia “feliz como un regaliz”, ai lombrichi “feliz como una lombriz” o alle nacchere “más contento que unas castañuelas”. Allo stesso modo, nel mondo anglosassone il parallelismo è con un mollusco: “happy as a calm” è un’espressione che richiama il sorriso che sembrano avere le vongole quando si aprono. Più intuitivo il paragone con un maiale nel fango “happier than a pig in shit” oppure di una papera che è riuscita a conquistarsi un pezzo di pane “happier than a duck with bread”. In Francia si punta invece ai piani alti, se non altissimi “heureux comme un roi”, “heureux comme un pape” e “heureux comme Dieu en France” rimandando rispettivamente alle figure di un re, del papa e di un Dio. Infine, se una vostra conoscenza portoghese dovesse pronunciare la parola “Sextou” fate attenzione a non fraintendere! Non vi sta invitando in camera da letto, ma sta solo esprimendo la propria felicità per l’arrivo del weekend.