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Angèle, precaria aspirante rivoluzionaria contro il mondo

(ANSA) – ROMA, 26 AGO – I sessantottini che lottavano per
cambiare il mondo ma sono finiti ad accettare mille compromessi
per pagarsi le case delle vacanze, e ora da anziani, predicano
ai giovani precari sulle poche possibilità che hanno, ancora
alzano il pugno ma non hanno nessuna intenzione di lasciare la
loro poltrona comoda e ben pagata. Sono uno dei tanti bersagli
di Angèle, urbanista idealista (“viviamo in una società di
orchi” dice in una delle sue appassionate arringhe al suo capo, quando la licenzia), protagonista di Cosa resta della
rivoluzione, firmato dall’attrice, autrice e regista Judith
Davis (qui anche protagonista), dramedy sociale premiata dal
pubblico al Festival di Angouleme e in arrivo nelle sale dal 27
agosto con Wanted Cinema.
    Il film, per il quale Judith Davis (già fra gli interpreti di
film come Viva la libertà di Roberto Andò e I miei giorni più
belli di Arnaud Desplechin), si è ispirata al suo omonimo
spettacolo teatrale, mette in scena le donchisciottesche
giornate di una trentenne di oggi, impegnata quotidianamente in
piccole e grandi battaglie (a volte dagli esiti tragicomici),
spesso supportata dalla migliore amica Leonor (Claire Dumas),
scultrice, per cambiare la società precaria di oggi. Sua fonte
d’ispirazione è il padre ex maoista, altrettanto idealista e
sognatore, tanto affettuoso quanto incapace di gestire i soldi.
    In un mondo dove tutti corrono e pochi ascoltano, Angèle va
avanti tra picchetti, collettivi e invettive, anche contro la
più realista sorella maggiore, Noutka (Melanie Bestel), della
quale non vede le fragilità.
    “Siamo talmente impauriti dal venire considerati ingenui o
ridicoli, che non osiamo più parlare” spiega, ma anche lei si
blocca quando si tratta di affrontare la sfera dei sentimenti,
verso Said (Malik Zidi), anticonvenzionale preside di scuola
elementare o la madre (Mireille Perrier), che rientra nella sua
vita. Judith Davis non ha paura a mescolare i toni, anche in
modo poco equilibrato ma comunque coinvolgente, tra diverse
sfumature di commedia, satira sociale, e racconto famigliare.
    (ANSA).
   

Fonte: Ansa

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