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Aumenta lo stress sul lavoro: indagine Flash Eurobarometer – OSH Pulse

L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (EU-OSHA) ha pubblicato i risultati dell’indagine Flash Eurobarometer – OSH Pulse. Lo studio ha consentito di indagare in maniera più precisa i fattori di stress che possono avere un impatto sulla salute psicofisica della popolazione lavorativa. L’indagine ha consentito al contempo di analizzare le possibili strategie da adottare per contrastare questi fattori di stress e per preservare la salute dei lavoratori.

Come è stata condotta l’indagine Flash Eurobarometer – OSH Pulse?

Ad aprile 2022 l’EU-OSHA ha commissionato la somministrazione di un sondaggio a lavoratori dipendenti e liberi professionisti. Tra il 25 aprile e il 23 maggio 2022 sono stati intervistati telefonicamente 27.250 lavoratori, facenti parte dei ventisette stati membri dell’Unione Europea, della Norvegia e dell’Islanda. 

Attraverso le domande del sondaggio sono stati indagati i seguenti aspetti:

  • Utilizzo dei dispositivi tecnologici nel luogo di lavoro e dei rischi correlati;
  • Fattori di rischio psicosociale e problemi di salute correlati al lavoro;
  • Problemi di salute mentale correlati al lavoro, inclusi quelli da correlare allo stress lavorativo;
  • Punto di vista dei lavoratori riguardo la salute e la sicurezza sul lavoro.

Grazie a queste domande è stato possibile ottenere un quadro preciso sulla percezione dei lavoratori circa l’impegno dei datori di lavoro per la valutazione dello stress lavoro correlato e la gestione dei rischi psicosociali. E’ stato possibile inoltre delineare un quadro relativo all’impatto che lo stress ha sulla salute dei dipendenti.

Alcuni risultati dell’indagine dell’EU-OSHA

Per comprendere meglio i risultati ottenuti con i questionari somministrati dall’Agenzia Europea, è utile analizzare i dati suddividendoli in due aree tematiche. La prima riguarda lo stress e la salute mentale a lavoro, la seconda i problemi di salute correlati al lavoro.

Stress e salute mentale a lavoro

Ai lavoratori è stato chiesto se fossero disponibili delle iniziative relative allo stress lavoro correlato. Il 42% ha segnalato la presenza di informazione e formazione sul benessere e sulle strategie di gestione dello stress, il 59% ha segnalato la presenza di iniziative per informare su salute e sicurezza, il 38% dei lavoratori ha la possibilità di richiedere supporto psicologico, 43% ha segnalato il coinvolgimento dei lavoratori sulla tematica relativa allo stress.

La metà dei lavoratori ha spiegato che manifestare una problematica di salute mentale avrebbe potuto avere un impatto negativo sulla carriera. Il 59% dei lavoratori hanno risposto però che si sentirebbero a loro agio a parlare ai supervisori o al datore di lavoro di problematiche relative alla salute mentale.

Il 50% dei lavoratori hanno spiegato che la pandemia da Sars-Cov-2 ha avuto un impatto sul dialogo relativo allo stress in azienda, rendendo più semplice parlare di stress e di salute mentale. Per il 44% c’è stato un aumento dei livelli di stress a causa della pandemia.

Problemi di salute correlati al lavoro

La seconda sezione dei dati condivisi dall’EU-OSHA riguarda i problemi di salute correlati al lavoro. In merito alle problematiche sanitarie causate dal lavoro o esacerbate dall’attività lavorativa, il 37% ha segnalato stanchezza generalizzata, il 37% mal di testa e stanchezza oculare, il 30% dolori muscolari e articolari, il 27% stress, depressione o ansia, il 21% patologie infettive (inclusa infezione da Sars-Cov-2).

E’ stata chiesta chiesta ai lavoratori la loro opinione circa le regole di sicurezza sul luogo di lavoro. Facendo riferimento alla media delle risposte degli intervistati dei ventisette paesi dell’Unione Europea, l’81% dei lavoratori ritiene che queste regole siano positive. I lavoratori italiani si classificano poco sotto la media europea: otto lavoratori su dieci ritengono che avere delle regole di sicurezza sia un vantaggio in ambito lavorativo.

L’81% dei lavoratori hanno indicato che i problemi di sicurezza sono trattati prontamente nei loro ambienti di lavoro e l’82% dei lavoratori hanno segnalato che nei loro luoghi di lavoro ci sono delle buone misure per proteggere la salute dei dipendenti.

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