Uno dei dominatori del panorama televisivo italiano degli ultimi vent’anni (e anche più): Terence Hill compie 81 anni. L’attore è infatti nato il 29 marzo 1939 ed è ancora in forma smagliante, come dimostra in tutte le interviste così come nell’ultima stagione di Don Matteo, al termine del quale è arrivata la conferma che aspettavano tutti i fan, Don Matteo 13 si farà.
Appassionato di sport e attività fisica fin dalla più tenera età, Hill viene al mondo come Mario Girotti, figlio di papà italiano di Amelia (oggi in provincia di Terni, Umbria) e mamma tedesca. Nel 1951 arriva il primo ingaggio cinematografico in Vacanze col gangster, diretto da Dino Risi, per poi conoscere nel 1967 Bud Spencer, con cui darà vita a un iconico duo. Nel 2000 arriva Don Matteo, il cui successo continua ancora oggi.
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1951 – Vacanza col gangster: è il primo film di Mario Girotti. All’epoca dodicenne, è diretto dal grande Dino Risi in una commedia con protagonisti cinque ragazzini alle prese con un ergastolano.
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1951-1955 – Gli inizi: arrivano le prime esperienze sul set per il giovane attore. Tra i ruoli più importanti si ricordano quelli in Divisione Folgore e La Vena d’oro. Partecipa anche a Gli sbandati, una delle pellicole più apprezzate del periodo.
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1956 – Guaglione: diretto da Giorgio Simonelli, uno degli autori del successo di Franco e Ciccio, interpreta un liceale che si invaghisce di una signora più grande di lui in una Napoli dove tutto sembra esser concesso.
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1957 – Lazzarella: la musica di Domenico Modugno accompagna costantemente Girotti in questa commedia di Carlo Ludovico Bragaglia. Divide il set con Alessandra Panaro.
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1959 – Annibale: peplum storico per Girotti sulla figura del celebre condottiero cartaginese. Tra gli attori incontrati sul set c’è Carlo Pedersoli, il futuro Bud Spencer, anche se in questa occasione i due non girano scene assieme.
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1959 – Cerasella: nuovamente Napoli nel destino di Girotti in una commedia musicale che lo vede al fianco di una giovanissima Claudia Mori. Tanto romanticismo nell’aria partenopea.
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1963 – Il gattopardo: nel capolavoro di Luchino Visconti, tratto dalle pagine di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Girotti dà il volto al Conte Cavriaghi. È uno dei suoi ruoli più famosi.
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1967 La feldmarescialla: un altro grande regista, quel Steno che ha attraversato tutta la storia del cinema italiano, guida Girotti in una commedia ambientata durante l’occupazione nazista dell’Italia.
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1967 – Little Rita nel West: è il primo film in cui Girotti compare come Terence Hill nei titoli di testa. Nella pellicola affianca una incontenibile Rita Pavone.
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1967 – Dio perdona, io no: film importante perché segna l’inizio della collaborazione con Bud Spencer. I due formeranno un’invidiabile coppia. Terence Hill qui incarna un pistolero che lascia il segno.
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1968 – Preparati la bara!: è uno dei western all’italiana che porta alla ribalta Terence Hill. In questa occasione dà il volto al pistolero Django, uno che di certo non passava inosservato.
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1968 – I quattro dell’Ave Maria: spericolato western dal grande cast (Eli Wallach su tutti) che ha trovato un grandissimo riscontro del pubblico. Il film accresce l’unione fra Terence Hill e Bud Spencer.
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1969 – La collina degli stivali: Giuseppe Colizzi dirige Terence Hill in un western di ottima fattura. Tra gli attori incontrati sul set c’è anche Lionel Stander.
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1970 – La collera del vento: si va in Spagna, all’inizio del Novecento, per questo film che fa luce sulle rivolte contadine. Curiosità: è l’unica pellicola in cui un personaggio interpretato da Terence Hill muore.
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1970 – Lo chiamavano Trinità: il grande cult che consegna alla storia il nome di Terence Hill al fianco di Bud Spencer. Il suo personaggio, un pistolero sui generis dal cuore d’oro, è diventato iconico.
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1971 – Continuavano a chiamarlo Trinità: sequel del film precedente, richiestissimo a gran voce dal pubblico, tanto da diventare il film più visto dell’anno. La scena della partita di poker è da antologia.
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1971 – Il corsaro nero: dopo aver fatto fumare le pistole nel far west, Terence Hill si prende una pausa dal suo Trinità per girare un cappa e spada in cui interpreta un pirata inglese.
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1972 – Il vero e il falso: Terence Hill cambia completamente registro in questo film firmato da Eriprando Visconti. Divide la scena con Paola Pitagora, reduce dal successo di A come Andromeda.
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1973 – Il mio nome è Nessuno: nuovo western premiatissimo dal pubblico per un lanciatissimo Terence Hill. In questo film, diretto da Tonino Valerii, veste i panni di un pistolero che incontra il suo mito, il cacciatore di taglie Jack Beauregard interpretato dal mito del cinema Henry Fonda.
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1974 – Altrimenti ci arrabbiamo: uno dei film più famosi di Terence Hill e Bud Spencer, qui diretti da Marcello Fondato. Commedia rocambolesca dove i cazzotti sono autentici protagonisti.
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1974 – Porgi l’altra guancia: Bud Spencer e Terence Hill sono due preti missionari che reinterpretano a loro modo l’esortazione biblica del titolo. Piccolo cult.
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1977 – I due superpiedi quasi piatti: la coppia del momento del cinema italiano indossa l’uniforme da poliziotto per questa pellicola diretta da E.B. Clucher. Anche qui cazzotti a non finire.
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1978 – Pari e dispari: è Sergio Corbucci a dirigere Terence Hill e Bud Spencer in questo film, sicuramente uno dei meno riusciti della coppia, ambientato nel mondo del gioco d’azzardo.
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1979 – Io sto con gli ippopotami: cosa dire di Tom e Slim, due dei personaggi memorabili interpretati da Bud Spencer e Terence Hill? Siamo in Africa e il divertimento, con qualche riflessione di merito interessante, è assicurato.
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1981 – Chi trova un amico, trova un tesoro: è uno dei migliori film dei sedici girati insieme da Terence Hill e Bud Spencer. Da ricordare nel cast anche Salvatore Borgese.
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1983 – Nati con la camicia: un perdigiorno immatricolato e un galeotto uscito di prigione si incontrano in questa commedia degli equivoci firmata da E.B. Clucher.
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1983 – Don Camillo: prima volta con la tonaca per Terence Hill. L’attore adatta il personaggio di Guareschi in una pellicola ambientata negli anni Ottanta. Remake rivedibile ma molto simpatico.
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1987 – Renegade: Un osso troppo duro: Terence Hill recita insieme al figlio Ross in questa pellicola girata tra le strade d’America. Si tratta del secondo e ultimo film accanto. Ross morirà nel 1990 in un incidente stradale tre anni più tardi.
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1992 – Lucky Luke: dopo anni duri e dolorosi, Terence Hill torna in azione con questa serie che porta in scena il celebre personaggio dei fumetti. Otto episodi che potevano avere più fortuna.
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1994 – Botte di Natale: con questo film, poco apprezzato dal pubblico, si conclude la sinergia fra Terence Hill e Bud Spencer. I due attori interpretano due cacciatori di taglie. È la sedicesima pellicola insieme.
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1997 – Potenza virtuale: gli anni Novanta non sono stati felici per Terence Hill sia sul versante privato che su quello professionale. Lo conferma questo anonimo film a sfondo fantascientifico.
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2000-in corso – Don Matteo: è l’anno della rinascita per Terence Hill che dà il volto al parroco detective più amato dal pubblico italiano. La fiction, tra le più fortunate e apprezzate di casa Rai, ha all’attivo dieci stagioni.
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2006 – L’uomo che sognava con le aquile: Terence Hill sveste la tonaca di Don Matteo per girare questa miniserie andata in onda su Rai1. Interpreta un ex avvocato calabrese che si oppone alla burocrazia.
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2009 – L’uomo che cavalcava nel buio: tra una stagione e l’altra di Don Matteo l’attore ha il tempo di recitare in questa miniserie Rai dove torna a cavalcare come ai vecchi tempi di Trinità.
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2011-in corso – Un passo dal cielo: è l’altra grande fiction di cui è protagonista Terence Hill. Qui interpreta Pietro Thiene, comandante di squadra del Corpo forestale di San Candido, in Trentino-Alto Adige. Un altro successo di pubblico per Rai1.
Terence Hill, la biografia
Appassionato da sempre di pugilato, ginnastica artistica e della Roma, il grande Terence è nato il 29 marzo casualmente a Venezia da padre chimico e da madre tedesca (Hildegard Thieme, una donna sassone). Nella loro casa vicino a Dresda il futuro don Matteo vede da vicino i più terrificanti bombardamenti alleati sulla Germania e la famiglia decide di tornare di colpo in Italia, in Umbria, nella regione da cui proviene papà Girotti, per sfuggire alle bombe. Senza che passino poi chissà quanti anni dal termine del Secondo Conflitto Mondiale, il preadolescente Mario trova il primo ingaggio cinematografico a soli dodici anni in Vacanze col gangster, a cui seguiranno tanti, tantissimi altri film e personaggi. All’inizio, la recitazione doveva solo essere un lavoretto, un escamotage per mantenersi agli studi (liceo e poi Lettere all’Università di Roma) e poter correre in moto, che accettava nonostante una iniziale ritrosia per la sua timidezza. Dino Risi comunque lo nota ad appena 12 anni durante una gara di nuoto e lo fa debuttare. Il tempo di ingranare e nella seconda metà degli anni 50 l’attore inizia un macroperiodo in cui gira oltre un film all’anno, diretto dai più grandi registi. Oggi deve la sua notorietà al filone comico del western-spaghetti e poi alle fiction televisive, ma in gioventù Hill gode di maestri come Pabst, Pontecorvo, Steno, Matarazzo, Bragaglia, fino a firmare negli anni 60 un contratto in Germania per i primissimi western europei, in cui può mettere a frutto la sua conoscenza della lingua materna. In tutto ciò, qualche anno prima di decidere di regalarsi il nome d’arte di ‘Terence Hill’, trova anche il tempo per essere diretto da Luchino Visconti ne Il gattopardo (dove veste i panni del tenente Cavriaghi).
Terence Hill e Bud Spencer, il successo travolgente
Nel 1967 rientra nel cinema italiano dalla porta di servizio (si ritrova la parte perché il protagonista designato si rompe una gamba), più precisamente nel mondo degli spaghetti-western, con Dio perdona, io no di Giuseppe Colizzi. Sullo stesso set recita (ma i due non si incontrano mai) anche Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli. Tocca scegliere un nome d’arte ed ecco finalmente Terence Hill, che spunta fuori in meno di 24 ore perché “suonava bene e aveva le stesse iniziali di mia madre”, dice lui. Incontra anche la futura moglie, sul set: lei è la ragazza americana di origini tedesche Lori Zwicklbauer, allora segretaria di edizione. Nel 1970 un altro colpo di fortuna: E. B. Clucher (alias Enzo Barboni) cerca un protagonista per un altro spaghetti western e l’interprete designato, Franco Nero, rifiuta perché impegnato sul set di Camelot. Il regista sceglie allora il giovane Terence per la sua somiglianza proprio con Franco Nero. È la consacrazione perché siamo nel 1970 e il film è quel successo esplosivo di Lo chiamavano Trinità, ancora oggi uno dei suoi più grandi capolavori. Da allora non ha mai smesso di essere una figura centrale nell’immaginario collettivo italiano, un’icona della cultura popolare. Non solo in Italia: anche nel resto d’Europa, anche in Germania dove i film realizzati in coppia con Bud Spencer sono celeberrimi. È il periodo di massima attività e dove trova i successi più grandi di una carriera comunque incredibile: ha infatti preso parte a circa settanta pellicole, una quantità pazzesca. Tra queste è giusto segnalare in particolare Poliziotto Superpiù e Pari e dispari, tra gli altri.
Terence Hill: Don Matteo e i trionfi in tv
Nel 1987, al termine del suo periodo d’oro, Hill recita in Renegade – Un osso troppo duro, un road movie dove appare e divide lo schermo con accanto il figlio adottivo Ross. Il ragazzo muore due anni dopo in un incidente d’auto a sedici anni, sprofondando il padre in una depressione da cui si riprende solo lavorando. Nel 1991 dirige sé stesso in Lucky Luke, adattamento dei fumetti del belga Morris. Il film fa da pilota a una serie TV di buon successo. Poi torna in Italia: nel 2000 comincia la stagione trionfale in tv con Don Matteo ma anche del forestale di Un Passo dal Cielo, girata a San Candido (ruolo poi lasciato dall’attore dopo qualche stagione perché troppo gravoso stare sul set quasi tutto l’anno con le due fiction). Don Matteo gli cambia la vita fino a farlo trasferire definitivamente dagli Stati Uniti: torna in Italia insieme alla moglie, a Gubbio e poi a Spoleto, luoghi in cui si gira la serie. Nel 2018, Hill dirige sé stesso nel film Il mio nome è Thomas, suo ritorno al grande schermo dopo un’assenza di ventun anni. Terence ha deciso di dedicare il lungometraggio, girato in parte nel deserto dell’Almeria, al compianto Bud Spencer, di cui ha detto: “Non abbiamo mai litigato”.
Di recente, già in piena emergenza coronavirus, Terence Hill ha fatto gli auguri a Nino Frassica, suo compagno di avventura, ringraziandolo.
Fonte: TV Zap