L’esame di maturità più strano di sempre
Niente ultimo ‘campo scuola’, niente festa dei ‘100 giorni’. Niente urlo ‘è finita’ al suono della campanella. Niente ripassi di gruppo né esercizi e temi simulati sui possibili titoli delle prove scritte. Dell’esame di maturità resta una prova orale della quale ancora si discute. Mancano l’attesa, la condivisione e le prove così come le abbiamo intese fino ad oggi. Agli oltre 460.000 maturandi di questa tornata 2020 mancheranno le emozioni correlate alla ‘notte prima degli esami’ che da sempre ha reso questo periodo anche un po’ magico. Resta l’ansia per il maxi-orale (60 minuti a candidato, pare) e per l’estrazione della lettera con cui cominceranno le prove, prevista per il prossimo 15 giugno.
L’esame di Stato in tutta Italia partirà col freno tirato per ragioni di prudenza a causa della pandemia da Covid-19 ma ai nostri diciottenni lascia l’amaro in bocca. Mentre la prova conclusiva del percorso scolastico è un ricordo indelebile nella mente di tutti noi, cosa resterà ai maturandi di questo anno, oltre all’avere sperimentato per primi mesi di lezioni in video durante il lockdown? “Questo anno i maturandi sono veramente in difficoltà, – precisano gli analisti OneDay Group. – “Oltre all’emergenza sanitaria, hanno passato due mesi e mezzo in casa. Non tutti hanno avuto inoltre la possibilità di svolgere le lezioni a distanza. Decisamente questa sarà la Maturità più strana di sempre”. “Per noi tutto è concretamente iniziato col lockdown. Avevamo già organizzato il weekend dei ‘100 giorni’ tutti insieme in un casolare di campagna. Era tutto pronto, inclusa la musica e abbiamo sperato fino all’ultimo di poterla fare, – racconta Nicola D.G., liceale di Roma. – “Attendevamo da mesi questa occasione perché era un completamento di un percorso comune e di amicizie nate e cresciute durane questi 5 anni. Poi è mancato anche l’ultimo giorno di scuola e le lezioni sono state traslocate sul video. Abbiamo passato gli anni precedenti a osservare con ammirazione ed un po’ di invidia i ragazzi del quinto anno che in occasione dell’ultima campanella brindavano sulle scale dell’istituto mentre a noi non è toccato. L’unione e la condivisione sono terminati all’improvviso”. E l’esame? “Già eravamo colpiti dal fatto che la prova di Stato cambiava di anno in anno a suon di riforme. Poi, lentamente, abbiamo capito che a noi ne spetta un’altra ancora diversa e che non è neanche un vero e proprio esame. Come mi sento? Con i mesi mi sento distaccato, meno ansioso e anche un po’ deluso, così i miei compagni. Forse non vivrò la rinomata ‘notte prima degli esami’, chissà. Mancano le prove scritte perciò la tensione è minore, anche se resta una la prova orale sulla quale c’è ancora confusione”.
In attesa del maxi-orale non tutti sono meno ansiosi. Come Sebastiano, maturando a Milano: “L’ansia da ‘prova scritta’ è calata di mese in mese ma cresce quella correlata con l’elaborato e la prova orale. Pensavamo di fare dei gruppi di studio per ripassare insieme ma non è stato possibile. Forse più avanti riusciremo a ripassare in piccoli gruppi a ridosso dell’esame”.
Sulle informazioni ricevute dal Ministero dell’Istruzione e sulla ‘scampata’ prova orale da fare in presenza (ma a debita distanza e con la mascherina) i messaggi ironici sui social si sprecano diventando ‘meme’ a suon di condivisioni fra i ragazzi. Se whatsapp è il principale mezzo di comunicazione fra le classi per condividere informazioni su materie e professori, il conto alla rovescia si fa su Instagram, dove l’hashtag #maturità2020 ha oltre sei mila e settecento commenti. La fotografia che ad oggi ha accumulato oltre 250.000 like ritrae un’aula organizzata per l’esame orale con una unica sediolina al centro per il candidato e un plotone di banchi per i professori a debita distanza fa sembrare l’esame un ‘ interrogatorio in tribunale’. Le chat delle piattaforme dedicate agli studenti scottano e non mancano i consigli dei docenti che invitano gli studenti a non scoraggiarsi e vivere questo periodo intensamente e con impegno perché il segreto della ‘maturità’ è anche sapersi adattare ed arrivare a fare goal.
Che siano già delusi dalla didattica a distanza di questi ultimi mesi lo attesta un sondaggio appena svolto su oltre 4.800 studenti degli ultimi anni di licei e istituti tecnici italiani da OneDay Group: circa il 60% di loro l’ha giudicata peggiorativa per l’apprendimento, il 75% è convinto che non riusciranno a terminare il programma ministeriale e il 58% ritiene che il sistema delle lezioni a distanza sia totalmente inutile. Sempre che abbiano avuto la possibilità di seguirle le lezioni online. “Tutto ciò, – dichiara il 49% degli studenti, – influenzerà notevolmente il risultato dell’esame”. L’insegnamento attraverso lo schermo non piace affatto e il 62% dei ragazzi assicura che non continuerà a incontrare gli amici via chat e il 37% che, appena finite le misure intraprese in isolamento, non le porterà affatto avanti. Non un bel ricordo quindi.