“Il principe Alberto di Monaco è padre di mia figlia, la riconosca”
Ha nascosto per quindici anni l’identità del padre alla figlia, fino a quando le sue domande sono diventate talmente insistenti da costringerla a rompere il silenzio. E a citare in giudizio, per il riconoscimento della paternità, il principe Alberto di Monaco. “E’ stata una scelta sofferta, ma desidero dare a mia figlia la sua identità: dopo quindici anni di silenzio meritava la verità”, spiega la donna, una 34enne di origini brasiliane residente nelle Marche, che ha chiesto di rimanere anonima per tutelare la figlia.
“Quando ho incontrato il principe avevo 19 anni e non sapevo chi fosse”, racconta questa madre, che all’epoca lavorava in uno dei più noti locali di Rio De Janeiro. E’ lì che sostiene di aver conosciuto un “uomo misterioso”, poi rivelatosi essere il reale. L’amore, sostiene, è stato immediato: un colpo di fulmine, diventato ben presto una relazione, trascorsa per la maggior parte in un lungo viaggio in giro per l’Europa.
La relazione tra la donna e Alberto di Monaco, secondo quanto riportato nella citazione depositata oggi dal suo avvocato Erich Grimaldi, risalirebbe al 2004, quando il principe di Monaco sarebbe partito alla volta del Brasile. “Dopo aver conosciuto Alberto Grimaldi in un noto locale in Brasile”, si legge nell’atto, la donna lo avrebbe accompagnato “in un viaggio di piacere”. La donna avrebbe poi comunicato al “facoltoso uomo d’affari”, che lei ignorava essere il principe di Monaco, la gravidanza e successivamente la nascita della piccola. A quel punto, si legge nelle carte, lui “interrompeva ogni contatto”.
“Ho deciso di dare alla luce la mia bambina nonostante lui ad un certo punto sia sparito. Quando poi mi sono trasferita in Italia, e ho scoperto la sua vera identità, è stato uno shock”, è la versione della 34enne, che soltanto ora ha deciso di imboccare la strada delle carte bollate per dare un padre alla figlia. “La privazione della figura paterna che il padre infligge alla minore – scrive l’avvocato nella citazione – il disinteresse mostrato dal genitore nei confronti della figlia naturale, integra la violazione degli obblighi di mantenimento e istruzione ed educazione della prole, determinando la lesione dei rapporti derivanti dalla filiazione, in questo caso ancor più rilevanti, attesa la negazione di una qualità della vita propria della figlia di un principe”.
Il documento inviato a Monaco, secondo l’avvocato della donna, è necessario per chiedere il test del dna e perché “il mancato riconoscimento ha provocato molta profonda sofferenza alla fanciulla, che merita di essere riconosciuta e tutelata”, motivo per cui la 34 enne ha deciso di ricorrere al Tribunale, “dopo aver tentato invano una bonaria conciliazione con la famiglia Grimaldi”.