Le aule scolastiche alternative dell’anno Covid, da tende a palestre
Monumenti, prefabbricati, tendoni, palestre e parrocchie. Tra le mille difficoltà dell’avvio dell’anno scolastico al tempo del Covid, le aule italiane si spostano anche al di fuori degli istituti. L’epidemia e la necessità di mantenere il distanziamento sociale ha obbligato Comuni e scuole ad ingegnarsi in tutti i modi per recuperare spazi idonei. Se a Milano Palazzo Marino ha acquistato cinquanta moduli temporanei per ospitare alcune classi, a Roma il Municipio I ha raggiunto un accordo con la direttrice del Colosseo per consentire agli studenti del centro storico di fare lezione all’ombra dell’Anfiteatro Flavio. E anche il Vicariato è sceso in campo offrendo 13 parrocchie e due istituti religiosi per accogliere 68 classi.
A Milano è partita dall’istituto comprensivo statale di Via Console Marcello l’installazione dei primi sei moduli temporanei comprati dal Comune e destinati a ospitare gli alunni di alcune aule oggetto di manutenzione. I prefabbricati sono composti da moduli organizzati in modo da garantire a ciascuna classe il doppio ingresso-uscita, servizi igienici dedicati e l’accessibilità per gli alunni disabili. Ma ogni istituto lavora per sé: a Vigevano (Pavia), ad esempio, il Caramuel-Roncalli ha acquistato tre maxi tendoni da allestire nella palestra dell’istituto per ospitare alcune lezioni.
Tornando a Roma, lunedì, tre classi di una scuola elementare faranno lezione alla Curia Iulia al Foro Romano e nei Giardini Farnesiani sul Palatino. Tramite l’intesa con la direttrice del parco archeologico del Colosseo, il Municipio punta a reperire spazi alternativi soprattutto per le medie e le superiori che, più delle elementari, sono in difficoltà. Non finisce qui: l’ex circoscrizione romana sta lavorando anche con la direzione Musei del Lazio per bissare in altri spazi museali da adibire alla didattica. Al liceo Democrito, a Casal Palocco, la Città Metropolitana, invece, ha dato il via all’ampliamento di 10 aule tramite prefabbricati. E la stessa cosa, annuncia la vicesindaca Teresa Zotta, avverrà in altri istituti di Roma e provincia: “Metteremo a disposizione altre 60 aule. Per il resto stiamo lavorando molto sulle tramezzature interne. Sono poche le scuole che si sono organizzate per fare lezione in palestra”.
Una soluzione, quella delle palestre, invece, molto gettonata a Napoli, come fa sapere il presidente dell’associazione presidi campano Franco De Rosa. “Soprattutto nel capoluogo di regione mancano gli spazi – spiega – c’è difficoltà a trovare aree alternative e siamo ancora in attesa anche dei banchi monoposto”. Attingendo alla proverbiale creatività partenopea, qui “ogni scuola ‘inventa’ il suo modello – continua De Rosa -: tante stanno adibendo le palestre per fare le lezioni a discapito dell’educazione fisica purtroppo; altre hanno diviso l’auditorium per ricavarne due o tre aule, mentre il collegio docenti si trasferisce in cortile…”.
Insomma, con un’emergenza sanitaria mondiale in corso e tra mille difficoltà, sindaci, presidi e docenti si stanno preparando – ognuno come può – al nuovo inizio che per molte scuole sarà lunedì, per altre a fine mese. E l’organizzazione non riguarda solo le classi: anche gli arredi. C’è chi sega i banchi tradizionali in due e chi prova a riutilizzarli. In Sicilia a Monreale alcuni istituti potranno beneficiare di 60 banchi monoposto donati dal liceo artistico Picasso di Palermo.
“Così riusciamo a tamponare la situazione, in attesa della fornitura di tutti i banchi necessari”, fa sapere l’assessore Rosanna Giannetto. Anche lei – come tutti – è alle prese con la febbrile organizzazione degli ambienti in attesa che suoni la prima campanella.