Mystery Train – Martedì notte a Memphis
TRAMA MYSTERY TRAIN – MARTEDÌ NOTTE A MEMPHIS
Mystery Train – Martedì notte a Memphis è un film scritto e diretto da Jim Jarmusch, in cui si dipanano tre vicende, tutte ambientate nella cittadina americana di Memphis. Ogni episodio è collegato all’Arcade Hotel, un albergo fatiscente presidiato dal portiere notturno (Screamin’ Jay Hawkins) e dal facchino, dove i personaggi di ogni storia trascorrono una notte.
Nella prima storia, Lontano da Yokohama, i protagonisti sono Mitsuko (Youki Kudoh) e Jun (Masatoshi Nagase), una giovane coppia di giapponesi. I due, grandi appassionati della musica rock’n’roll, si fermano a Memphis durante un lungo viaggio per gli States per rendere omaggio alla memoria di Elvis Presley.
La seconda vicenda s’intitola Un fantasma. La vedova italiana Luisa (Nicoletta Braschi) si ritrova bloccata a Memphis mentre cerca di riportare la salma del marito in patria. La donna condivide la sua stanza d’albergo con Dee Dee (Elizabeth Bracco), una ragazza che ha appena rotto col fidanzato e medita di lasciare per sempre la città. Ma durante la notte, Luisa viene svegliata dall’apparizione di Elvis Presley…
L’ultimo episodio, Perduti nello spazio, narra le vicende di Johnny (Joe Strummer), soprannominato Elvis per la sua acconciatura. Arrabbiato per aver perso il posto di lavoro e la fidanzata Dee Dee, l’uomo si reca in un bar dove si ubriaca e tira fuori una pistola. Dopo aver lasciato il posto assieme all’amico Will Robinson (Rick Aviles) e a Charlie (Steve Buscemi), il fratello della sua ex ragazza, si dirige a un negozio di liquori con l’intenzione di derubarlo. Ma durante la rapina Johnny spara al commesso: temendo le conseguenze del gesto, i tre decidono di recarsi all’Arcade Hotel per trascorrervi la notte.
CRITICA DI MYSTERY TRAIN – MARTEDÌ NOTTE A MEMPHIS
“L’eleganza del racconto viene toccata da una certa freddezza e da un pauperismo quasi snobistico, tuttavia il film risulta un piccolo capolavoro di ironia e di raffinatezza, di silenzi e di stupefazione, di gioco e di avventura. Un mondo crocevia di fantasmi e di sogni che muoiono all’alba: dove la struggente musica di John Lurie e la roca voce di Tom Waits sono degni accompagnatori di questo viaggio, a metà fra la fuga e il vagabondaggio, lungo l’insensatezza della vita. Non a caso il film si intitola ‘Il treno del mistero’: i tre episodi sono i vagoni di un treno chiamato Memphis (o, come dice Jarmushc, ‘è propriamente l’hotel Arcade’), e l’invisibile Elvis Presley fa da Virgilio ai tre gironi dell’opera. Chi sono mai i visitatori che versano in anticipo i venti dollari ai neri morti di sonno nella reception? Il mondo delle loro illusioni farà presto giustizia sommaria. Neppure a Memphis si può più sognare.” (Vittorio Spiga, ‘Il Resto del Carlino’, 31 Ottobre 1989)”Non si capisce bene se ‘Mystery Train’ si propone come apologia o condanna di Memphis e della sua musica (è lo stesso dubbio che produceva ‘Nashville’ di Altman), ma tra sospiri poetici e affondi minimalisti vince il divertimento. Ed è irresistibile, dietro le amene presenze degli interpreti principali tutti bravissimi (con una menzione speciale per la nostra Nicoletta), lo schizzo dei clowns di contorno: Screamin’ Jay Hawkins e Cinqué Lee, rispettivamente un gigantesco portiere nero in giacca rossa e un groom con il berretto sulle ventitré. Anche grazie al puntuale controcanto dei due buffoni, Jarmusch si conferma una specie di Lubitsch della generazione post-rockettara: nato per filmare, nato per far ridere e con uno specialissimo ‘touch’ ormai inconfondibile.” (Tullio Kezich, ‘Il Corriere della Sera’, 1 Novembre 1989)”Il primo episodio è in cadenze di commedia ironica, mantenute anche negli altri due, ma con toni sempre più cupi: la paura alita il suo soffio freddo nel secondo dove il fantasma di Presley si materializza, mentre nel terzo, storia di tre balordi beoni con rapina e morto ammazzato, c’è un brusco cambiamento di tono che mette a fuoco il tema centrale anche se sotterraneo del film: lo scarto tra valenze mitiche e realtà sociale di una Memphis degradata. Il tono è quello di un accorto narratore minimalista, ravvivato da zampate di un umorismo sornione. Col contrappunto impagabile del duetto tra il placido portiere di notte (‘Screamin’ Jay Hawkins) e il fattorino sventato, ‘Mystery Train’ è anche una divertita e ironica riflessione sulla cultura popolare americana che ha contagiato tutto, o quasi, il pianeta.” (Morando Morandini, ‘Il Giorno’, 2 Novembre 1989)”Il primo episodio è in cadenze di commedia ironica, mantenute anche negli altri due, ma con toni sempre più cupi: la paura alita il suo soffio freddo nel secondo dove il fantasma di Presley si materializza, mentre nel terzo, storia di tre balordi beoni con rapina e morto ammazzato, c’è un brusco cambiamento di tono che mette a fuoco il tema centrale anche se sotterraneo del film: lo scarto tra valenze mitiche e realtà sociale di una Memphis degradata. Il tono è quello di un accorto narratore minimalista, ravvivato da zampate di un umorismo sornione. Col contrappunto impagabile del duetto tra il placido portiere di notte (‘Screamin’ Jay Hawkins) e il fattorino sventato, ‘Mystery Train’ è anche una divertita e ironica riflessione sulla cultura popolare americana che ha contagiato tutto, o quasi, il pianeta.” (Morando Morandini, ‘Il Giorno’, 2 Novembre 1989)”Sinceramente non siamo mai riusciti a condividere l’entusiasmo di parte dei colleghi per Jim Jarmusch, regista di difficile collocazione (e non sarebbe un torto, vuol dire che va per la sua strada) e di ardua (forse inesistente) poetica. Per la prima metà il suo ‘Daunbailò’ (1985) era una fiera pizza. Si risollevava solo quando entrava in scena Roberto Benigni. Benigni purtroppo non c’è in ‘Mystery Train’. C’è la sua abituale co
CURIOSITÀ SU MYSTERY TRAIN – MARTEDÌ NOTTE A MEMPHIS
Il film uscirà nuovamente al cinema il 30 luglio 2020 nella sua versione restaurata distribuito da Movies Inspired.
La voce che si sente alla radio è quella del cantante Tom Waits.
Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes, vinse il premio per il miglior contributo artistico.
Fonte: Comingsoon.it