Si vive una volta sola
TRAMA SI VIVE UNA VOLTA SOLA
Si vive una volta sola, il film diretto da Carlo Verdone, racconta di un quartetto di medici tanto abili in sala operatoria – visto che persino il Papa si affida alle loro cure – quanto inaffidabili, fragili e maldestri nella vita privata.
Un team formato dal professor Umberto Gastaldi (Carlo Verdone), la grintosa strumentista Lucia Santilli (Anna Foglietta), l’anestesista Amedeo Lasalandra (Rocco Papaleo) e il suo assistente Corrado Pezzella (Max Tortora), grande amante delle donne. Professionisti ed esperti, ma anche divertenti e abili ideatori di scherzi, cosa che li rende una squadra più che un’équipe medica. La loro vittima preferita è Amedeo, permaloso e abbastanza ingenuo da arrivare a credere un po’ a tutto. Tante le beffe dei colleghi ai suoi danni: la mamma che arriva a casa sua nel bel mezzo di una “serata galante”, la rimozione della sua auto parcheggiata e perfino un giornalista di un importante quotidiano che vuole intervistare proprio lui, l’anestesista.
Ma questa vita così piena di spietati scherzi sa essere davvero crudele ed è così che Umberto, Lucia e Corrado scoprono che il loro amico e collega è gravemente malato. Invece di avvisarlo immediatamente della sua situazione clinica, decidono di partire tutti quattro per un viaggio on the road tra le spiagge del Sud, dato che nessuno ha il coraggio di dire ad Amedeo la verità. Una serie di situazioni surreali, incontri improvvisi e confessioni inaspettate renderanno questo viaggio un’avventura unica e indimenticabile.
PANORAMICA SU SI VIVE UNA VOLTA SOLA
Il titolo del nuovo film di Carlo Verdone, Si vive una volta sola, è un invito che somiglia molto al “carpe diem” dei latini e de L’attimo fuggente, un’esortazione ad afferrare e custodire gelosamente nella propria memoria i momenti belli della vita, vincendo la paura di fallire e il timore delle nostre debolezze.
Si vive una volta sola nasce dall’esigenza del regista di tornare al film corale dopo la parentesi di Sotto una buona stella, L’abbiamo fatta grossa e Benedetta follia, che avevano solamente due protagonisti al centro della storia (Verdone e la Cortellesi, Verdone e Albanese, Verdone e la Pastorelli). L’autore di Un sacco bello e Borotalco desiderava inoltre riflettere sulle fragilità dei nostri tempi, epoca “buia” afflitta dall’odio, dal “consumismo sfrenato che uccide l’anima delle cose” e “piena di gente sbalestrata, che ha perso un orizzonte”. I quattro medici intorno a cui ruota la vicenda sono infatti straordinari sul piano professionale, ma il loro privato è un disastro. Sono fragili e anche cinici, e il viaggio che compiranno alla volta della Puglia li rafforza e li cambierà.
L’elemento più importante di Si vive una volta sola è l’amicizia, e gli attori, parlando del film, hanno individuato alcune somiglianze con Amici miei di Mario Monicelli. Per Papaleo ci sono anche cose e situazioni che ricordano Compagni di scuola, mentre per Aurelio De Laurentiis, che produce con la sua Filmauro, il riferimento più importante è Il grande freddo.
C’è dinamismo nella disavventura dell’oncologo Umberto Gastaldi, del suo assistente Corrado Pezzella, della strumentista Lucia Santilli e dell’anestesista Amedeo Lasalandra, ma i dialoghi fra i personaggi sono lunghi e complessi, tanto che Carlo Verdone ha parlato di “pezzi alla Harold Pinter” e di teatralità. La comicità non è bassa e “pecoreccia”, ma intelligente e sofisticata. Fra i quattro personaggi principali non ce n’è uno più importante degli altri e Verdone non ruba la scena ai suoi compagni di set.
Facendo SI vive una volta sola, Carlo Verdone ha coronato un suo sogno: interpretare un medico. Già lo era stato in Viaggi di Nozze, ma il suo Raniero Cotti Borroni era un personaggio comico al 100%. Va detto, però, che in Manuale d’amore 2 il nostro faceva il pediatra e in Italians il dentista. Il suo braccio destro nel film, che ha un debole per le donne, è stato descritto da Max Tortora come “il Franco Fabrizi del 2000”, in altre parole “un piacione”. La strumentista della Foglietta è invece una donna grintosa e “con le palle fumanti”, ma non è certo priva di femminilità. L’anestesista di Papaleo, infine, è un po’ permaloso, ed è di frequente la vittima degli scherzi dei suoi colleghi, che, in una scena che si annuncia fra le più divertenti del film, si inventano una finta intervista con un giornalista di un importante quotidiano.
Carlo Verdone ha scelto Anna Foglietta perché la reputa un’attrice completa, capace di eccellere tanto nella commedia quanto nel dramma, e perché, secondo lui “ha l’arte di nascondere l’arte”. Grande fan del regista, apprezzato tanto nelle sue vecchie e iconiche prove, quanto in quelle più recenti, l’attrice non credeva alle proprie orecchie quando Verdone l’ha chiamata. Allo stesso modo di Max Giusti e Rocco Papaleo, non aveva mai avuto l’onore di lavorare con lui.
Si vive una volta sola, che si basa su una sceneggiatura scritta da Carlo Verdone insieme a Giovanni Veronesi e a Pasquale Plastino, è stato girato in Puglia, a Bari, Monopoli, San Vito di Polignano, Otranto, Castro, Sant’andrea, Porto Badisco, Santa Cesarea Terme, Serrano.
CRITICA DI SI VIVE UNA VOLTA SOLA
Lo sguardo di Verdone, che con il suo cinema ha sempre fatto una puntuale radiografia dell’Italia e dei suoi abitanti, è cambiato, e quel mondo con cui i personaggi da lui interpretati si sono spesso scontrati, facendo nascere a comicità proprio dal contrasto o scollamento, è diventato un brutto posto. Anche il chirurgo che l’attore interpreta nel film, più che essere una brutta persona, si porta addosso un cinismo e un’anaffettività che non si addicono a una creatura nata dalla fantasia del regista, che si accosta, stavolta, a una comicità più casereccia che raffinata e con qualche parolaccia e sedere femminile in bella vista di troppo. Si ride guardando il film, soprattutto gli scherzi ai danni dell’anestetista di Papaleo, e gli attori sono ben diretti, ma la sceneggiatura non è perfetta e qualcosa della regia viene sacrificato in nome di un product placement non necessario. Fondamentale, invece, è il messaggio che il film ci trasmette alla fine, avvertendoci che, in caso di delusioni e di solitudine, l’amicizia ci salverà. (Carola Proto – Comingsoon.it)
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CURIOSITÀ SU SI VIVE UNA VOLTA SOLA
L’uscita del film nelle sale è prevista nell’anno in cui Un sacco bello (1980), esordio di Verdone, compie 40 anni dalla sua uscita al cinema.
La sceneggiatura è scritta da Verdone insieme all’amico Giovanni Veronesi, che hanno già collaborato insieme nel 2000 per lo script di C’era un cinese in coma; con Pasquale Plastino, invece, Verdone ha lavorato in moltissimi film nel corso della sua carriera.
Verdone aveva già vestito i panni del dottore in un episodio di Viaggi di nozze (1995) e nei film di Veronesi, Manuale d’amore (2005) e Italians (2009), ma erano tutti episodi, quindi possiamo dire che è la prima volta che l’attore interpreta un medico per l’intero film.
Il film è stato girato prevalentemente in Puglia e nello specifico a Bari, Monopoli, San Vito di Polignano, Otranto e in provincia di Lecce.
È il 27esimo film di Carlo Verdone da regista.
FRASI CELEBRI DI SI VIVE UNA VOLTA SOLA
Dal Trailer Ufficiale del Film:
Umberto Gastaldi (Carlo Verdone): Io il morto per ernia inguinale non lo voglio, eh!
Lucia Santilli (Anna Foglietta): Io sono la classica donna fragile, cornuta, ma non è vero, io non so’ fragile!
Umberto Gastaldi: Eh, però sei cornuta!Lucia Santilli: Ce so’ andata a letto!
Umberto Gastaldi: Io spero che tu in questa cazzata gli abbia detto, però, la verità! Non gliel’hai detta?!Corrado Pezzella (Max Tortora): Sta vacanza è diventata ‘na cosa surreale!
Umberto Gastaldi: Ma voi siete du’ zozzoni, ma che m’avete messo in mezzo, m’avete?! Me volete fa fa’ l’hotdog?!
FOCUS SU SI VIVE UNA VOLTA SOLA
Carlo Verdone e le sue attrici
La protagonista femminile di Si vive una volta sola è un’attrice che non aveva mai lavorato con Carlo Verdone e che è nata nel 1979, anno in cui il regista stava girando il suo primo film: Un sacco bello.
Anna Foglietta, che è stata scelta per la sua capacità di padroneggiare tanto il registro comico quanto quello drammatico, è solo una delle tantissime compagne di set dell’autore di Bianco, rosso e Verdone, Viaggi di Nozze e Acqua e sapone. Molto raramente, infatti, nel corso di una carriera che conta 27 film, il nostro non si è lasciato affiancare da una o diverse donne. Le sue attrici hanno interpretato fidanzate più o meno bizzarre, mogli, amanti, madri, figlie, nonne. E anche se, ultimamente, Verdone ha cambiato spessissimo partner cinematografica, ci sono delle attrici che devono a lui parte del proprio successo e che sono apparse a più riprese nei suoi lavori. Impossibile nominarle tutte, ma alcune vanno assolutamente ricordate, anche perché hanno avuto in sorte quei ruoli succosi e complessi di cui le donne del nostro cinema, spesso pallide “spalle” degli attori, hanno sempre lamentato l’assenza o l’esiguità.
Partendo proprio da Un sacco bello, la prima partner di Carlo Verdone che ci piace ricordare è Isabella De Bernardi, che interpretava, masticando gomme a non finire, il personaggio di Fiorenza nell’episodio del film con protagonista il figliol prodigo Ruggero che tornava temporaneamente a casa dall’iracondo papà Mario Brega. Aveva già lavorato ne Il Marchese del Grillo ed era la figlia dello sceneggiatore Pietro De Bernardi. Le sue battute sono passate alla storia e ogni “verdoniano doc” le conosce praticamente tutte a memoria.
In Bianco, rosso e Verdone, così come in Acqua e sapone, il regista si lascia invece affiancare dalla Sora Lella, alias Elena Fabrizi, sorella di Aldo Fabrizi e storica proprietaria di un ristorante dell’Isola Tiberina di Roma. Lella Fabrizi accettò subito l’invito di Verdone a diventare la nonna di Mimmo nel suo secondo film, e si divertì un mondo a duettare con Mario Brega, che in una scena davvero irresistibile interpreta un camionista che si fa chiamare “Il Principe” e sa fare le iniezioni come nessuno mai. Verdone solamente attore ha condiviso un altro set con l’attrice: quello di Sette chili in sette giorni, commedia diretta da Luca Verdone e interpretata anche da Renato Pozzetto.
Negli anni d’oro del cinema di Carlo Verdone, altri due volti femminili vanno segnalati, il primo più conosciuto del secondo, che non è certo meno caro agli ammiratori del regista. Parliamo di Eleonora Giorgi e Irina Sanpiter. La prima fu scelta per impersonare l’intraprendente Nadia di Borotalco, che forse è il primo personaggio femminile davvero tridimensionale della filmografia del regista, e anche la prima vera donna che Carlo attore, alle prese con uomini teneri e ingenui che in parte lo ricordano, ama o ammira senza riuscire a conquistarla fino in fondo, in primo luogo perché ne resta intimidito. Non a caso in Borotalco, il suo Sergio Benvenuti si finge il viveur Manuel Fantoni sperando di risultare irresistibile. Quanto a Irina Sanpiter, attrice sovietica scomparsa nel 2018, la sua Magda resterà nella storia per il suo sguardo sconsolato e il suo tormentone (in piemontese doppiato) “No ce la faccio più”. Il ruolo sembra che l’abbia ottenuto ascoltando un consiglio di Sergio Leone. Come Eleonora Giorgi, anche Ornella Muti era un’attrice molto celebre quando ebbe il suo incontro cinematografico con Carlo Verdone, avvenuto in occasione di Io e mia sorella. Nell’87 Ornella aveva già all’attivo quasi 30 film e fu felice di interpretare un personaggio diverso dalle solite donne fatali e sensuali che i vari registi le avevano affidato. Quanto a Carlo, sembra abbia detto: “Trasformare la Muti da donna del desiderio a sorella senza trucco e incasinata nei suoi problemi fu per me un’enorme soddisfazione”.
Come la Sora Lella, la Muti è stata un volto ricorrente del cinema di Verdone, che la volle al suo fianco (e insieme a Sergio Castellitto) in Stasera a casa di Alice. Come lei, anche Margherita Buy e Claudia Gerini non hanno diviso una volta sola il set con il nostro. In Maledetto il giorno che t’ho incontrato, la Buy non è stata però una donna “contemplata” e mai pienamente “afferrata”. No, in una delle commedie più travolgenti del regista, l’attrice ha “funzionato” un po’ da alter-ego di tanti personaggi di C.V., dei più nevrotici, per l’esattezza. Nel caso della commedia che parla di Scozia, Jimi Hendrix e ansiolitici, la follia sta più dalla parte di Margherita, e in Ma che colpa abbiamo noi, la Flavia che Carlo Verdone le affida è un’ossessiva certificata, essendo una shopping-aholic con la passione per le scarpe. La Gerini, invece, sta a quota 3 film con Verdone. Spassosa Jessica di Viaggi di nozze, ha affiancato l’attore in Sono pazzo di Iris Blond e, nel 2008, nel film a episodi Grande, grosso e Verdone. Claudia Gerini deve molto a Carlo Verdone, ed è grazie a lui se è diventata una grande attrice comica. All’epoca aveva 24 anni, ma lavorava già dall’87, anno del suo esordio in Roba da ricchi, di Sergio Corbucci.
Dopo Sono pazzo di Iris Blond, il ruolo dei personaggi femminili nei film di Carlo Verdone è cambiato, così come sono cambiati i tempi. Il regista ha fatto posto ad altri uomini, a volte decisamente più giovani (Silvio Muccino ne Il mio miglior nemico) e a volte un po’ più giovani (Favino e Giallini in Posti in piedi in Paradiso). In altri casi le vicende erano corali, e le commedie sono diventate quindi meno sentimentali e più di costume. Ci sono tre attrici che però hanno ammantato di fascino femminile tre lavori abbastanza recenti di Carlo: Laura Chiatti, Paola Cortellesi e Ilenia Pastorelli. Se la Lara impersonata dalla prima in Io, loro e Lara affascinava il personaggio di Verdone con il suo mistero e la sua grinta mista a dolcezza e lo metteva quasi in una posizione di subordinazione, la vicina di casa Luisa Tombolini interpretata dalla seconda in Sotto una buona stella era in una situazione di parità con il broker sfigato con il volto del regista. Quanto alla ruspante Luna di Benedetta Follia, è decisamente meno colta e raffinata del suo datore di lavoro, che vende oggetti e paramenti sacri, e ne diventa sodale e consigliera, e quasi gli ruba la scena, perché fa ridere da morire.
INTERPRETI E PERSONAGGI DI SI VIVE UNA VOLTA SOLA
Fonte: Comingsoon.it