Al ciak Jams – #UnitiPiùCheMai, i ragazzi in lockdown
(ANSA) – ROMA, 19 MAG – Video-lezioni da remoto, nuove amicizie in chat, amori nati nel giardino di casa, bigliettini passati di balcone in balcone e un contest musicale virtuale, ma anche con la preoccupazione per il nonno di uno dei protagonisti e quella per un genitore impegnato nel lavoro in ospedale. La complessa vita dei ragazzi ai tempi della quarantena e dell’emergenza coronavirus è al centro di un’edizione speciale in cinque episodi dell’innovativa serie per ragazzi “Jams”, di cui sono appena iniziate le riprese.
Il progetto, ideato da Simona Ercolani e coprodotto da Rai Ragazzi e Stand by me, è un racconto in tempo reale, con uno sforzo produttivo importante per adeguare la realizzazione della serie live action alle misure restrittive ancora in atto in Italia e a tutti i protocolli di sicurezza previsti dal governo.
“Jams” è stata la prima serie per ragazzi in Europa ad affrontare il tema delle molestie su minori, sfruttando il linguaggio e le dinamiche narrative tipiche delle serie a target Kids&Teen e oggi racconta la vita ai tempi del Covid19 dal punto di vista dei ragazzi attraverso le storie dei 4 protagonisti amatissimi dal pubblico: Joy, Alice, Max e Stefano.
“Uniti più che mai non si riferisce solo ai protagonisti della serie – racconta Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi – ma anche al pubblico di ragazzi e ragazze costretti a una lunga quarantena e alla chiusura delle scuole, perché nella rappresentazione della fiction possono rivivere insieme e dare senso all’esperienza straordinaria che hanno dovuto affrontare”.
“Mai come in questo caso il racconto vive parallelamente alla realtà, dato che la serie racconterà la vita dei ragazzi nel mese precedente alle riprese – fa notare Simona Ercolani, Ceo di Stand by me – e la tecnica di recitazione del constructed reality, che si basa sull’improvvisazione degli attori, oggi si rivela ancora più capace di conferire veridicità al racconto, perché tutto il cast può dire di aver vissuto questa esperienza in prima persona, esattamente come tutti i loro coetanei nel mondo”. (ANSA).