PJ Harvey, dalla guerra al rock ‘sotto vetro’
(ANSA) – ROMA, 20 MAG – Terre segnate dalla guerra, come il Kosovo e l’Afghanistan, e le contraddizioni di Washington, tra palazzi istituzionali immacolati e periferie popolari volutamente isolate, affogate nella paura e la violenza. Fino alla creazione a Londra ‘sotto vetro’ dell’album The Hope Six Demolition Project (2016), dando al pubblico la possibilità di osservare attraverso finestre a specchio (i musicisti non potevano vedere gli spettatori all’esterno) le sessioni live per la registrazione delle canzoni, tra dialoghi, idee, pause e risate. Sono i luoghi che tratteggiano il ritratto di una delle poetesse del rock più iconiche, intense, allergiche ai compromessi e ai meccanismi mediatici, in PJ Harvey – A dog called money di Seamus Murphy, che debutta in streaming il 21 maggio su Wanted Zone, nuova piattaforma creata da Wanted Cinema in collaborazione con Mymovies, dedicata ai film ‘ricercati’ e ad opere inedite e in anteprima, provenienti dai festival, vincitrici di premi e apprezzati dalla critica e dal pubblico internazionale.
Murphy, pluripremiato fotografo e regista, aveva già lavorato con PJ Harvey nel 2011, creando per il disco Let England Shake una serie di corti. Qui invece è un viaggio del fotografo a dare il via alla nuova avventura creativa della cantautrice britannica. Insieme, dal 2011 al 2014 visitano il Kosovo, l’Afghanistan, Washington. Percorsi fra incontri, rovine, polvere, contraddizioni, ricchezze, miserie, caos, silenzi e musica, che trovano echi diretti nelle canzoni, facendo del disco una sorta di diario ricco, inquietante e puntuale del nostro tempo. Tante anche le anime stilistiche, dal rock al punk, dalla ballad al soul con tracce di gospel e hip hop.
film, oltre a proiettarci nel processo creativo dell’autrice e polistrumentista, riesce a comporre, mescolando i mondi, un’immagine più inedita di Polly Jean Harvey, artista, rigorosa quanto ironica, talentuosa e empatica, capace di osservare e ascoltare. (ANSA).