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Storia di un amore impossibile in Israele

(ANSA) – TEL AVIV, 29 NOV – L’amore sbocciato fra una araba
cittadina di Israele (Yasmine) ed una ufficialessa
dell’intelligence militare (Or) – mentre nel 2014 a Gaza le
forze armate israeliane erano impegnate in un confronto con
Hamas – è al centro di un’opera che questa settimana ha attirato
l’attenzione dei giudici del Festival internazionale di film Gay
di Tel Aviv. ‘Polygraph’ (Lie detector), questo il nome del film
della regista Samira Saraya, “descrive in maniera avvincente
l’intersecarsi del politico col personale” hanno stabilito i
giudici nell’assegnargli un attestato di encomio.
    Per chi vive in Israele la storia appare quasi inverosimile. In
realtà, ha ammesso Saraya alla radio pubblica Kan, una love
story del genere è molto improbabile nell’Israele attuale, “almeno finchè vi prevale la atmosfera di militarismo”. Eppure,
ha aggiunto, la storia del film è basata su una sua esperienza
personale. Regista, sceneggiatrice, attrice e performer, Saraya
ha avuto lei stessa una lunga relazione con un’ufficialessa
delle forze armate israeliane. Cosa che a suo tempo indignò una
sorella che risiede a Ramallah (Cisgiordania) e che
quotidianamente attraversa posti di blocco militari. Come poteva
Samira, le chiedeva, provare amore verso l’ingranaggio di un
meccanismo che affligge chi è come lei ?
Nel film Yasmine, una infermiera di 37 anni, ha una appassionata
relazione con la più giovane Or. Ma un giorno arriva una
telefonata: l’ufficialessa apprende che dovrà sottoporsi ad un
test di routine del ‘Polygraph’ in cui la sua relazione intima
con una araba non potrà che venire alla luce. La cortina di
riserbo delle due amanti si incrina ancora di più quando la
sorella di Yasmine scoprirà che essa ha una relazione con una
militare di Israele, ossia “una assassina”. I giudici hanno
molto lodato la potenza espressiva di Saraya e, nel ruolo
dell’ufficialessa, quella di Hadas Yaron (l’attrice israeliana
che in Italia ha girato ‘Troppa grazia’, di Gianni Zanasi).
    Saraya ricorda bene “la telefonata” che, nella sua vita reale,
arrivò alla compagna di allora. (ANSA).
   

Fonte: Ansa

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